venerdì, novembre 05, 2010

Verde è il colore dei dollari

Enel Green Power ha avuto ieri il suo primo giorno di quotazione, onestamente era un azione che non mi piaceva perché questo tipo di società hanno come core business gli incentivi statali che attualmente in Europa sono pompati dal programma 20/20/20 e negli USA dalla "nuova" rivoluzione verde di Obama.
Ieri però è stato molto divertente il suo andamento
l’Enel diceva che l’85 per cento delle azioni sarebbero andate agli istituzionali, quelli con le spalle larghe, e solo il 15 per cento ai piccoli investitori, i risparmiatori, i 350 mila che danno retta al consiglio della loro banca. E invece alla fine le parti si sono invertite: 23 per cento agli istituzionali, e 77 per cento ai piccolini, il cosiddetto “retail”. Detta in euro: avevano detto che avrebbero venduto ai risparmiatori titoli per 400 milioni, gliene hanno mollato per 2 miliardi, perché quel miliardo e 600 milioni di differenza le grandi banche si sono rifiutate di prenderlo.
fonte IlFatto
Non è una novità anche durante la prima trance della vendita dell'Enel furono scaricati sul mercato retail la maggior parte delle azioni rispetto al collocamento sugli istituzionali.
Gli investitori istituzionali hanno la possibilità di fissare il loro prezzo di acquisto, in base alle analisi dei loro analisti finanziari che stimano un prezzo obbiettivo ed in base a quello comprano in modo da avere un rendimento certo. Quindi 1.6€ è un prezzo alto per molti di loro che hanno le competenze finanziarie che al piccolo risparmiatore manca!!
Alle 9 e 25 secondi qualcuno ha piazzato un’ordine di vendita per 9.679.241 azioni Egp, pari a un controvalore di circa 15 milioni e mezzo di euro. Questo qualcuno, verosimilmente non un pensionato, ha venduto a 1,55 euro azioni pagate 1,6, e lo ha fatto dopo 25 secondi dall’inizio delle contrattazioni di quelle azioni. In 25 secondi ha perso 548 mila euro.(..)L’unica spiegazione razionale implica l’ipotesi di un reato: qualche soggetto del mercato finanziario, che ha “dovuto” comprare le azioni per far vedere al “mercato” che credeva nell’affare, si affretta a sbarazzarsene pensando che perdere il 3 per cento è meglio magari che perdere di più nelle prossime settimane.

Bah, non c'è nessun reato semplicemente qualche investitore istituzionale è stato convinto a comprare in modo da poter entrare in altri collocamenti futuri: i mercati non possono essere sempre depressi, magari fra due anni torna bullish ed ecco che il favore verrà ricambiato.
Fatto sta che l’ordine di vendita a 25 secondi dall’apertura delle contrattazioni ha scatenato una bufera. Migliaia di ordini di vendita si sono aggiunti al primo, portando il titolo a perdere fino al 4 per cento. Poi, nel pomeriggio, il trombettiere della cavalleria ha suonato la carica. Sono arrivati i nostri, i fondi d’investimento. Spiegava ieri sera un dispaccio dell’agenzia Ansa: “L’iniziale ondata speculativa è stata infatti arrestata dall’intervento dei fondi di investimento che sono corsi ad accaparrarsi le azioni della società”. Verosimilmente è accaduto questo: le grandi banche si sono liberate dei titoli, e i fondi, che dalle stesse banche sono gestiti ma investono i soldi dei risparmiatori, “sono corsi ad accaparrarsi i titoli”. Con i soldi dei risparmiatori.
Anche qua tutti quelli che erano poco convinti si sono liberati di EGP, siccome il mercato retail era stato saturato non c'era nessuno che volesse comprare i titoli.
Quando il titolo è sceso sotto una certa soglia è diventato ovviamente più "conveniente" ed allora i fondi hanno potuto comprare o per mediare il valore di carico o per entrare comunque in un titolo che sarà presente in qualche indice sulle rinnovabili

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