venerdì, dicembre 31, 2010

Adeguate sanzioni

Fonti del governo brasiliano hanno riferito che l'avvocatura generale di Stato brasiliana presenterà al capo dello Stato Luis Inacio Lula da Silva un parere contro la concessione dell'estradizione a Cesare Battisti in Italia.
(...)
«In questo caso, il governo italiano fin d'ora», conclude la nota, «intende dichiarare che considera incomprensibile e inaccettabile nel modo più assoluto siffatto riferimento e la relativa decisione. Il Presidente Lula dovrebbe allora spiegare tale scelta non solo al Governo, ma agli italiani tutti e in particolare alle famiglie delle vittime e a un uomo ridotto su una sedia a rotelle».

fonte Lettera43

Secondo me basterebbe aggiungere sulla nota che in caso di mancata estradizione non verranno più selezionate escort brasiliane per il bungabunga dell'utilizzatore finale (cit.) per ottenere un risultato migliore.
Colpendo in maniera seria l'economia verdeoro, voglio vedere se Lula non ci rimanda indietro Battisti con tanto di fiocchetto rosso in testa

martedì, dicembre 28, 2010

I due piatti della bilancia

E' da Natale che si sprecano commenti, analisi e scenari legati all'accordo di Mirafiori fra Fiat e (non tutti) i sindacati.
Nel frattempo siamo invasi di spot dalla Fiat che ci invitano a sfruttare gli ultimi giorni per cambiare l'auto o veicolo commerciale, questo in assenza di spot di case rivali.
Chiunque lavori in un'azienda strutturata sa che il numero enorme di spot e le campagne sono indice che non solo il budget di vendita non è stato raggiunto, ma è talmente basso che viene chiesto a tutti i costi di migliorare i dati delle vendite.
Nel frattempo la Fiat continua a salire in borsa, chissà perché?
Forse gli analisti che emettono report di buy non ascoltano la radio/tv come me?

giovedì, dicembre 23, 2010

E pandori mangiati

E' stato un anno abbastanza lungo da passare, lavorativamente parlando.
Le cose sono andate bene, tanto che ci è stato richiesto di ridurre le ferie in modo da poter continuare a lavorare e fatturare anche durante le feste.
Il segnale che siamo andati bene è arrivato dai complimenti dei nostri manager tedeschi, che per due volte hanno ripetuto di esser fieri di noi ed esser fieri che facciamo parte del gruppo.
Uno gettando il cuore oltre l'ostacolo linguistico ha scritto una email metà in inglese e metà in italiano (italiano da google translate ovviamente) per dircelo.
Io ho richiesto la seniority tecnica, passaggio non formale dovrò sorbirmi qualche corso per ottenerla. Seniority intesa nel termine inglese/americano, quindi l'esser riconosciuto come esperto senza che questo corrisponda un aumento di stipendio anzi sarà un aumento di lavoro.
Mi spinge l'orgoglio di esser riconosciuto e apprezzato anche all'interno dell'intera azienda; visibile nell'approccio con altri colleghi stranieri.
E con questa piccola nota autobiografica, non posso che augurare un buon Natale a chiunque passi di qua in questo blog, magari a causa di una ricerca su google

Panettoni mancati

Certo che è una meschinità quella di Moratti di negare per soli due giorni il panettone al suo (ex) allenatore.
Al limite poteva scalarglielo dalla buonuscita.

lunedì, dicembre 20, 2010

Babele reload

Questa mattina ho scritto ad un paio di clienti, uno spagnolo ed uno svizzero, ad entrambi in inglese. Un mio collega sta discutendo con un altro cliente francese sempre in inglese.
L'armonizzazione delle lingue è frutto della necessità e del bisogno di farsi comprendere.
Ergo ben venga una semplificazione anche legislativa


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venerdì, dicembre 17, 2010

Wake me up when snow ends




Dite che ci siano speranze che al mio risveglio sia tutto finito?

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giovedì, dicembre 16, 2010

Talking about energy

In questo post avevo scritto il perché le accuse di Mucchetti ed altri editoriali in merito al rapporto fra Eni/Gazprom vs Berlusconi/Putin fossero quanto meno sospette, sospette perché venivano prima del voto di fiducia su questo governo e perché le accuse mi sembravano un po' tirate per i capelli.

In questo lungo post di Carlo Stagnaro le vari tesi sono analizzate meglio e soprattutto sono messi a fuoco gli interessi di ENI, o meglio della sua controllata Saipem, sul gasdotto South Stream rispetto al Nabucco



Allora, l’Eni che ci sta a fare?
La risposta può venire da un’esperienza passata, ma simile: quella di Blue Stream, un tubo sottomarino di 1.250 km che va dalla Russia alla Turchia attraverso il Mar Nero. Eni ha il 25 per cento di Blue Stream, ma non controlla una singola molecola del gas che vi transita (...) Quanto all’equity di Eni, secondo fonti interne all’azienda, esso garantisce un rendimento tra il 10 e il 15 per cento. I soldi veri Eni li fece in altro modo: cioè aggiudicandosi (tramite Saipem) la realizzazione del tubo. Blue Stream fu una torta da 3,2 miliardi di euro, 1,7 dei quali relativi al tratto offshore: buona parte di questi ultimi andarono a Saipem. A queste condizioni – con zero debito, remunerazione garantita sull’equity, e soprattutto ricche commesse – all’Eni interessava che il gasdotto si facesse: non che il gas trasportato fosse competitivo, non che fosse venduto, e neppure che fosse trasportato.
Torniamo a South Stream. Il modello è, molto probabilmente, lo stesso di Blue Stream. Idem per Nabucco. Dunque, per Eni i due gasdotti sono, in astratto, equivalenti, tranne che per due particolari determinanti. Primo, e meno importante: scegliendo South Stream Eni consolida il suo rapporto con un partner strategico. Secondo, e più rilevante: South Stream vuol dire 900 km di tubo sottomarino che solo Saipem può realizzare, e qualche altro centinaio di km a terra. Nabucco sono 3.300 km tutti a terra, che possono essere divisi in lotti e affidati a “n” soggetti ugualmente bravi. Cioè, South Stream dà la certezza di una grassa commessa per Saipem; Nabucco no. I giochi sono solo e tutti lì.

Non a caso il fondo inglese Knight Vinke ha più volte chiesto lo spezzettamento dell'ENI proprio in ragione del fatto che i vari business della compagnia (Saipem, Agip, Snam) hanno interessi contrapposti.

Se si considera che i gasdotti che l'Antitrust europeo ha costretto l'ENI a vendere per la sua posizione dominante sono in trattativa per esser venduti al suo maggior azionista, la CDP, si vede che non c'è nessuna intenzione di smembrare l'azienda da parte italiana, ammesso e non concesso che abbia senso smembrare un'azienda integrata e potente.

martedì, dicembre 14, 2010

Nella torre di Babele

Sul brevetto lo schiaffo europeo è stato ancora più duro del previsto. Ieri alla riunione dei ministri che si occupavano della questione sono stati 23 su ventisette i Paesi che si sono detti pronti a lanciare una "cooperazione rafforzata" per un brevetto europeo trilingue (inglese, francese e tedesco) in modo da tagliare fuori l'Italia e la Spagna con i loro veti.
(...)
L'idea di un brevetto comunitario che consentisse di ridurre i costi per la registrazione di un prodotto a livello europeo era stata accettata all'unanimità nel 2009 dopo un decennio di interminabili discussioni. Ma poi la Commissione ha cercato di far approvare un regime linguistico che riconosceva la possibilità di registrare i prodotti solo in inglese, francese e tedesco. Italia e Spagna hanno messo il veto ritenendo che questo sistema desse un vantaggio competitivo alle imprese di Francia e Germania (che registrano la metà dei brevetti).
fonte Repubblica

Da tecnico che lavora con normative europee e/o americane, che lavora con direttive europee posso ben capire l'idea di limitare le lingue, visto che nelle traduzioni a volte vengono messi dei termini ambigui che portano a incongruenze. Non a caso nella mia azienda dove il manuale della qualità è bilingue (italiano/inglese) una delle due lingue ha la prevalenza sull'altra in caso di dubbio.

La scorsa settimana l'ex ministro per il Commercio D'Urso spiegava la sua contrarietà alla proposta ed il veto anche con l'idea di non dare un precedente; immaginando che anche i prossimi bandi europei saranno modellati su queste tre lingue.
Può esser vero, ma come dimostrano le turbolenze valutarie e finanziarie di questi giorni è proprio la mancata unificazione dell'europa a portare sconquassi.
Il mercato unico è stato pensato proprio come un primo step di unificazione; non a caso fra Germania e Francia ci sono programmi per uniformare la legislazione fiscale e in pratica la Germania sta proponendo all'area euro la sua visione dell'economia (basso deficit e controllo ferreo dell'inflazione).
Ogni passo verso un unione non può che farci bene, a noi come paese, perché ci costringe a lasciare le rendite di posizione verso il mercato aperto.

E di rendite di posizione che l'Italia ha bisogno di liberarsi per poter tornare a correre

martedì, dicembre 07, 2010

Segnalazioni

Leggo molto volentieri il blog di NoisefromAmerika, sia per carpire un po' di informazione economica che mi manca sia perché mi piace il loro modo molto analitico di esaminare i vari fatti.
Trovo molto interessante questo post in particolare, in cui molti altri lettori chiedono della loro visione politica per l'Italia (molti dei redattori lavorano all'estero).
In realtà basterebbe leggere un po' di loro post per accorgersi che non sono organici a nessuna delle due forze politiche, cosa che succede a molti.
In particolare mi rivedo in questo periodo
Quando si sceglie per chi votare o quale politico appoggiare si fa la somma di tutto e si cerca di trovare il meno peggio, ma le conclusioni a cui si giunge possono essere differenti. Direi che Marcello ha ragione a dire che al momento il consenso unanime è che Berlusconi deve essere mandato a casa il prima possibile e, si spera, definitivamente.

Anch'io sono fra le persone che sperano che l'era berlusconiana sia finita, anche se per motivi diversi rispetto a quelli che direbbe un dalemiano o una persona etichettabile come sinistra.
Ha promesso una riforma liberale e/o liberista che non mai messo in programma, si pensi solo all'ultima controriforma sull'Ordine degli Avvocati o il peso crescente dell'economia pubblica in Italia; ma allo stesso tempo non permette di sviluppare un movimento liberista perché si è appropriato di una bandiera che non vuol mollare.
Non a caso durante la scesa in campo del '92 era con i Martino, i Coletti, i Pera ora invece si circonda dei Cosentino, Schifani, Santaché: altri curriculum, altra caratura di persone.

Ovviamente non credo che il 14 arriverà la sfiducia: la pausa di una settimana è per permettere un calciomercato dei deputati da parte del PdL, visto che né il PD né FLI hanno qualcosa da proporre agli incerti né prebende né rielezioni certe.
Ma sarà solo una questione di tempo, questo esecutivo sarà destinato a cuocere a fuoco lento come l'ultimo esecutivo di Prodi.

lunedì, dicembre 06, 2010

Marketing non convenzionale

Non si può far a meno di notare che i giornali sono invasi dalla pubblicità dell'amaro Giuliani. Invasione iniziata dalla sera in cui il proprietario ha preso a pugni Emilio Fede per una presunta storia di infedeltà coniugale in cui il direttore del tg avrebbe operato come mediatore. L'evento ha certamente ridato luce ad un marchio appannato, quindi l'evento potrebbe esser stato sfruttato per rilanciarlo.
Oppure potrebbe essere un modo per evitare che i giornali entrino in profondità sulla vicenda.
Chissà


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domenica, dicembre 05, 2010

Domande mal poste

Dopo l'uscita dei cablogrammi di Wikileaks tutti a domandarsi dei legami fra Putin e Berlusconi, dimenticando che era almeno due anni che Guzzanti senior denunciava che il governo italiano era filo-russo; in effetti basterebbe ricordare il comportamento dell'Italia in occasione della guerra fra Georgia e Russia per dissipare ogni dubbio.
Ora Mucchetti ha scritto un bell'editoriale sulla questione dei legami dell'ENI con la Russia chiedendosi se era influenzati dal rapporto fra i due primi ministri, ma inserendo alcuni punti discutibili

Gazprom vende a clienti italiani fino a 9 miliardi di metri cubi e l'Eni ottiene una lunga proroga dei contratti take or pay in base ai quali i russi si impegnano a vendere e gli italiani a comprare quantitativi dati a prezzi decisi secondo un meccanismo prestabilito, legato al petrolio, e se non ritiri paghi comunque.

Senonché, nel frattempo, in America inizia una rivoluzione tecnologica che rende abbondante il gas, e dunque riduce in prospettiva la centralità dei fornitori storici, Russia, Algeria e Libia. Nel 2005 si producono le prime quantità di shale gas, gas estratto da rocce scistose, tipiche del sottosuolo delle zone ex carbonifere, attraverso potenti getti d'acqua mista a solventi. In tre anni questo gas non convenzionale emancipa gli Usa dalle importazioni e fa crollare i prezzi sul mercato spot alla metà di quelli take or pay.
Cominciamo ad analizzare bene i vari punti della discussione:
1. i contratti sono take or pay, ma allo stesso tempo in Italia fiorivano i contratti che fermavano la cifra del costo dell'energia (gas, elettrica) per due anni; quindi l'ENI non faceva che rigirare il problema a chi firmasse il contratto di fornitura, garantendosi il margine di guadagno fisso.
2. L'ENI stava diventando anche un fornitore di energia elettrica, quindi l'eventuale gas non assorbito dal mercato sarebbe stato bruciato in una qualche centrale elettrica.
3. Il shale gas deve essere trasportato comunque in Italia, ricordiamo che solo quest'anno è stato inaugurato il secondo terminale per il gas liquefatto dopo anni che era in costruzione. L'unico che c'è (c'era) è dell'ENI ed è saturo come lavorazione. Era quindi impensabile buttarsi su un nuovo mercato quando non esistevano mezzi per trasportare il gas; l'uso dei gasdotti era l'unica via di trasporto.
4. che il shale gas abbia emancipato gli USA dalle importazione è abbastanza opinabile a leggere questo articolo di BusinessWeek
Gazprom expects liquefied natural gas shipments to compete with rising output of shale gas in the U.S. as the Russian producer aims to expand into the world’s biggest energy market.
“Shale gas and LNG are competitive in one price range,” Gazprom Deputy Chief Executive Officer Alexander Medvedev said in an interview in Paris yesterday. “The market will say who will be in the market and with what.”
Gazprom, the world’s biggest gas producer, plans to gain as much as 10 percent of the U.S. market by 2020. The Moscow-based company’s trading unit in Houston already sells some LNG into U.S. through swap operations.
The company has no reason yet to revise its target for U.S. market share given the costs and possibly negative environmental impact of developing shale gas, Medvedev said. Gazprom’s output will depend on market conditions, he said.

Insomma bisogna stare attenti a non riscrivere la storia basandosi su ipotesi scandalistiche

mercoledì, dicembre 01, 2010

Cablogrammi

Dai vari leaks usciti dai cablogrammi dell'ambasciata americana sembra che a preoccupare il governo USA non fosse tanto la vita privata, festini con escort (i wild party è una definizione di film porno, per i traduttori distratti), discutibile dell'unto del signore (cit.) quanto gli strani intrecci con la Russia di Putin.
Intrecci economici non solo legati alla penetrazione di aziende italiane in Russia (Enel, ENI, Finmeccanica) e aziende russe in Italia (nel settore dell'acciaio es. Severstal in Lucchini, nel settore petrolifero es. raffinerie Erg), ma pare anche personali del premier, si veda la richiesta di Hillary Clinton di scoprire se c'erano interessi economici del premier nei contratti Gazprom.
Intrecci che hanno mostrato la loro influenza durante la guerra fra Georgia e Russia, in cui un paese associato alla Nato non ha ricevuto una dichiarazione ufficiale della Nato per l'opposizione dell'Italia.
E ci fu la svolta di Guzzanti che usci dal PdL, dichiarando che il governo italiano era filorusso.

Considerando che la svolta di Fini, contro SB, è maturata dopo un viaggio ufficiale negli USA, non potrebbe essere lui il cavallo su cui la diplomazia statunitense per il dopo Berlusconi?
Se fossero gli USA ad usare il metodo Boffo contro i pasdaran del PdL cosa potrebbe succedere?