giovedì, settembre 30, 2010

Cronache da un paese non normale

Dall'intervento di Berlusconi al parlamento

11.38. Sul “completamento dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria” si alza una fragorosa risata. Qualcuno fa notare a Berlusconi che ci sono ancora cantieri aperti e lui dice che la colpa è dei ritardi accumulati negli anni di governo della sinistra.
fonte: Il Post
In realtà ascoltando la registrazione alla radio anche lo stesso Berlusconi si è messo a ridere, insieme alla sua maggioranza.
In un paese normale non dovrebbe succedere di considerare un opera impossibile da realizzare, eppure...

martedì, settembre 28, 2010

Calciomercato vs Politica / 2

Dopo lo sfavillante calciomercato con la presa di Ibracadabra, anche il politicomercato ha prodotto buoni risultati
mentre sulla conta a Montecitorio va registrato che sono passati al gruppo misto cinque deputati dell'Udc (i siciliani Calogero Mannino, Saverio Romano, Giuseppe Drago, Giuseppe Ruvolo ed il campano Michele Pisacane) e due deputati dell'Api (Massimo Calearo e Bruno Cesario).
fonte: Corriere della Sera

Degna di nota però è la giustificazione di Calearo:
«Gli operai hanno bisogno di stabilità» ha detto Calearo per motivare il suo sì ai «5 punti» del premier.
Detto dall'ex-capo di Federmeccanica è a metà fra il ridicolo e l'insultante*.
Al massimo le aziende hanno bisogno di stabilità nel governo.


* vissuto un rinnovo contrattuale con Calearo

domenica, settembre 26, 2010

Sex, lies & videotape

Confesso di non aver visto il video di Fini, ma solo letto i resoconti. La storia è semplice un uomo politico è accusato di aver alienato un palazzo favorendo in modo sfacciato il cognato; palazzo che però non era del demanio, ma di un partito ora sciolto.
Fossimo in uk o negli usa sarebbe gravissimo, ma qui siamo in Italia con un presidente del consiglio inquisito e quasi certamente condannato per corruzione di un giudice, con l'ex responsabile del partito di opposizione che ha evitato l'incriminazione per insider trading legato a delle scalate bancarie, con i dirigenti della lega indagati per possibili truffe legate alle quote latte ed un fallimento di una banca... insomma parliamo di colpe veniali.
Fosse per me non salverei nessuno, ma se dobbiamo scegliere meglio iniziare dai reati più gravi.
Mi ha molto colpito un fatto successo la scorsa settimana; ero in un bar dove sapevo che gli avventori si dividono fra lega e pdl, un vecchietto entra e prende il giornale la cui prima pagina era sempre sul finigate, la bestemmia gli sale sulle labbra borbottando " la smetteranno di farsi i fatti loro ed inizieranno ad occuparsi dell'Italia? Sono questi i problemi che abbiamo..?"
Un muto silenzio di approvazione si è letto negli occhi di tutti; questa gente non voterà mai a sinistra, ma sono tutti voti pronti o a votare un alternativa a SB o ad astenersi alle votazioni.

giovedì, settembre 23, 2010

Indovina chi viene a cena /3

Continua la fortunata (??) serie di post (qui e qui ) sulle visite prestigiose a questo blog.
Abbiamo nuovamente qui fra noi la presidenza del consiglio.

Che ci sia venuto a fare alle 8.00 di mattina lo sa solo lui.

Ristoranti ed il web

Questo post nasce dalla lettura del post odierno di minimarketing che ha buttato giù un decalogo* sui ristoranti, specialmente esteri, ed il web.
Mi pareva carino commentarlo, perché in molte cose mi trovo d'accordo.

1. Ok, anche voi date il contorno triste con tre foglie di insalata che magari costa quattro euro? Siete patetici. Se all’estero mi fanno un piatto unico con cui ci si può saziare a dieci euro, potete farlo anche voi. E il coperto è ridicolo, è davvero ora di eliminarlo.
Qui non c'è nulla da aggiungere, se non che l'uso del coperto serve ad aumentare in maniera esagerata i prezzi di un ristorante senza pretese.
2. Piantatela con questi siti che vorrebbero essere di impatto ed emozionali in Flash, servono solo per accontentare il vostro ego e quello dell’artista frustrato che vive nel Flash designer. Il 90% dei clienti vi visita di fretta, molti dal cellulare, e semplicemente cerca il vostro numero di telefono, il giorno di chiusura e l’indirizzo. (...)L’unica emozione che potete trasmettere è attraverso i vostri piatti e la vostra cucina: della vostra wow-animazione-wow di primi piatti che sfuma sui secondi non ce ne frega nulla.
Vero, il sito serve solo da vetrina e le informazioni da reperire sono quelle, forse giusto un idea dei menu se li variate per stagione o avete specialità che vi rendono famosi. Di certo la sobrietà è il miglior biglietto da visita, anche se l'artista frustrato molto spesso è il committente del sito più che il designer.
3. E mettete le indicazioni per raggiungervi, santo cielo! E’ l’unica cosa (oltre al punto 4) di cui ci frega qualcosa: un link a Google Maps, preferibilmente. Evitate di fare voi mappe con Photoshop, il vostro artisticume nel fare cartine geografiche è controproducente.
Altro punto banale, ma necessario se volete che la gente venga da voi. Aggiungerei anche un indicazione sui parcheggi o sui mezzi pubblici, nel caso i ristoranti siano in città; non è bello scoprire di dover pagare più di multe per parcheggi vietati o zone a traffico limitato che di conto.

4. Linkate dal vostro sito al vostro profilo (se non ce l’avete, fatelo o controllatelo) sui vari network di recensioni e incentivate a scriverne di nuove. Parlo di 2spaghi e altri sul genere che fareste bene a conoscere quanto prima. E’ l’unico modo con cui si sceglie un ristorante nel 2010, oltre a chiederlo ai propri amici, e non certo leggendo il vostro autoincensamento su quanto siete bravi a cucinare.
Qui invece credo che Gluca prenda un abbaglio: il passaparola è il volano migliore, solo dopo che una persona mi parla di un ristorante vado a cercare informazioni su google o un altro motore di ricerca.
Al massimo likerei solo le recensioni su blog gastronomici, sempre se ne avete, che possono essere molto più interessanti di "si mangia bene spendendo il giusto by gino87".


5. regalate un po’ di social gift ai vostri clienti, risparmiando invece i soldi per un esperto di social media: un caffè a chi vi twitta, un dolce a chi è vostro fan su Facebook, remunerate il vostro sindaco su Foursquare (vedi) con un piatto gratis. Se non avete capito di cosa sto parlando, fate copia-incolla del punto 5 in un cartello e mettetelo alla cassa: capiranno loro.
I disagree; ha senso farlo solo se punti ad una clientela straniera che ha più dimestichezza con i social network, in Italia il pubblico è troppo ristretto per avere un risultato accettabile. Oltretutto uno straniero sarà più contento di far sapere agli amici che sta prendendo un aperitivo in una zona bellissima dell'Italia rispetto a quello che prende l'aperitivo a 100 metri da casa giusto per informare gli amici dov'è.
Unica eccezione che può valer la pena è se siete fuori Milano ed avete una clientela milanese, qui il fighettismo da socialnetwork può funzionare.

6. Il Wi-Fi: o lo mettete gratis, o risparmiatevi lo sbattimento di farlo sapere che c’è con quel altisonante Wi-Fi Zone. Le aziende che vogliono fornirvi “chiavi in mano” servizi Wi-Fi da far pagare ai clienti, alla fine sono le uniche a guadagnarci. Voi non venderete nemmeno un minuto di connessione, e i clienti si incazzeranno con voi dopo aver sperato che fosse gratis.
Qui il problema è il solito: la legge italiana obbliga ad identificare i log con tutti i vari annessi e connessi, non a caso è molto più facile per un albergo identificare un cliente con una password predefinita. Tuttavia catene come McDonalds o anche città come Jesolo riescono ad offrire un sistema di registrazione gratuito, c'è dunque un sistema per farcela.

7. Se poi pensate che il Wi-Fi gratis non farebbe sloggiare rapidamente i clienti, che il baratto tweet con il caffè non è conveniente, che quelli che scrivono male di voi nei social network sono i vostri concorrenti, be’, forse è meglio che vendiate la baracca finché siete in tempo.
Beh una conclusione brutale, forse legata al suo lavoro. Credo che ci saranno sempre lavori dove la qualità del lavoro pagherà anche più di una campagna di marketing perché saranno gli stessi clienti a farti da pr gratuitamente.


* in realtà i punti sono solo sette, ma parlare di decalogo fa cool.

mercoledì, settembre 22, 2010

Buonuscita

Profumo a seguito del CdA è stato costretto alle dimissioni, che è un altro modo per dire che è stato licenziato.  Non mi interessa entrare nei motivi del licenziamento, tanto ci sarà modo di parlarne quando verrà nominato il successore. Mi interessa di più analizzare la questione della buonuscita.

Una buonuscita quasi dieci volte superiore ai 4,27 milioni della sua busta paga 2009, intorno allo 0,1% della capitalizzazione borsistica di UniCredit (circa 33 miliardi di euro) e pari all'6% dell'utile netto fatto segnare dal gruppo nel primo semestre (669 milioni di euro). 
fonte Sole24Ore 
Il dato sugli utili del 2009 è un po' forzato dato che è inferiore, di molto, al dato del 2008 tuttavia da sempre un idea degli oneri che la banca si carica pur di buttar fuori il suo ex amministratore delegato.
Considerando che negli ultimi anni l'azione della banca è scesa di quasi il 70% in teoria sarebbe una cifra quasi conveniente per l'azionista pur di evitare di bruciare valore.
Nel 2000 valeva quasi 4,5€ ora vale più o meno attorno ai 2€, anche se la caduta grossa di valore sia riferibile agli ultimi due anni; mancherebbero i dividendi da inserire perché la valutazione sia corretta se c'è stata o meno distruzione di valore.

Resta il fatto che questi soldi sono tanti, in rapporto allo stipendio preso: suppongo che i circa 4000 esuberi del progetto bancone di Unicredit non riceva una buonuscita così alta.
In casi analoghi, cioè quando un'azienda decide di "riorganizzare" il personale un offerta due anni di stipendio è considerata ottima.
Possibile che una società quotata non dichiari espressamente i motivi che hanno portato a calcolare l'entità della cifra?
Lavoro in una multinazionale e a tutti i dipendenti è stato distribuito una copia del bilancio aziendale, in cui come sempre c'è un po' di fumo nei vari conti, ma le cifre per il CdA sono di una trasparenza unica: dagli emolumenti ai fondi pensione, alle indennità di non concorrenza fino agli accantonamenti in caso di separazione.
Possibile che non si riesca a fare altrettanto in Italia?

venerdì, settembre 17, 2010

L'addio di una dinastia

L'assemblea della Fiat ha dato il via libera a maggioranza alla scissione del gruppo in due distinte società: da una parte ci sarà Fiat con il core business dell'auto (Fiat Group Automobiles, Ferrari, Maserati, Magneti Marelli, Teksid, Comau più la parte di Fiat Power Train che riguarda l'auto); dall'altra la nuova Fiat Industrial con CNH e Iveco (macchine agricole e industriali) più la parte di Power Train che si occupa dei veicoli industriali e marini. «È un'assemblea storica - ha dichiarato il presidente del Lingotto, John Elkann, chiudendo i lavori - voglio ringraziare tutte le persone che hanno lavorato perché tutto questo fosse possibile. Siamo molto orgogliosi di queste due realtà che sono forti e hanno ambizioni importanti».
fonte: CorrieredellaSera

Con queste brevi frasi si chiude la parabola dell'ultima dinastia regnante in Italia, dopo i Savoia, gli Agnelli.
E non è un caso che a chiuderla sia uno che porta un cognome diverso Elkann.

Gli eredi della dinastia hanno separato le loro fortune dall'azienda/conglomerato che adesso divisa in due potrà esser smembrata lentamente.
La Fiat Auto destinata alla fusione con Chrysler entrerà nell'orbita americana, già le ricerche sulle auto ecologiche è stato spostato oltreoceano.
Fiat Industrial invece è un conglomerato con diversi settori che possono fondersi con altre aziende (mi viene in mente Volvo per i trucks).
Con i ricavi delle vendite l'Exor, cassaforte degli eredi potrà dedicarsi alla finanza (Banca Leonardo, Vision Investiment, ecc), immobiliare (Cushman&Wakefield, Almacandar, ecc) e come holding di investimenti.

Tuttavia simbolicamente cade anche il legame fra Italia e Fiat, permettendo una diversa politica industriale italiana che non sia solo autocentrica.

mercoledì, settembre 15, 2010

Nidi di ragno

Oggi il collega psyco è venuto a mostrarmi una foto che aveva fatto, era un ragno che tesseva la sua tela. Mi spiegava il nome della famiglia e mi raccontava tutto quello che aveva scoperto tramite wikipedia.
Ho provato nostalgia per quando anch'io mi emozionavo per la natura che mi circondava invece di dare tutto per scontato.

Tornare a guardare il mondo con gli occhi di un bambino, per una volta l'ho invidiato.

lunedì, settembre 13, 2010

Riflettere prima di parlare..

E al ministro Giorgia Meloni che gli chiede se non sia il caso di inserire le norma dell'incandidabilità per chi ha avuto problemi con la giustizia, il presidente del Consiglio risponde di essere assolutamente d'accordo, ma, chiarisce, «il giudizio non lo dia una certa magistratura, ma un organo interno al nostro partito».
fonte Corriere della Sera

Ora On. Meloni non ci vuole un genio o una memoria di ferro per ricordarsi che il parlamentare PdL con più processi in corso è proprio il presidente del consiglio, cioè la stessa persona a cui chiede di prendere quel provvedimento.
Si era evidente che si intendeva usare questo provvedimento contro Fini, ma la prima regola è sempre evitare il fuoco amico.

giovedì, settembre 09, 2010

The Good, the Bad and the Ugly


Nella lotta per il potere fra Berlusconi, Bossi e Fini che da tragedia sta sfumando sempre più in farsa fra richieste di dimissioni, proclami di nuove elezioni e improvvise riappacificazioni per un nuovo programma basato su nuovi punti programmatici, altrimenti che programma era, un dubbio mi sta attanagliando: a quale personaggio dareste il ruolo di bello, a quale quello di cattivo e di brutto.
Datemi un suggerimento nei commenti.

Se invece cercate un'interpretazione più seria consiglio questa di Phastidio, che mi sembra molto simile al mio modo di pensare in particolare mi piace la sua citazione finale:



Prevediamo giorni difficili per Minzolini, che ieri sera già si spenzolava dalla balaustra costituzionale, spiegando agli italiani assisi al desco serale come e perché elezioni è bello. La vediamo difficile anche per Feltri e Belpietro, ma loro sono notoriamente soggetti multi-lealisti. Attendiamo l’operazione-recupero che il premier sarà costretto a mettere in campo, per indurre Bossi a rinfoderare lo spadone. Qualche nuova concessione sul federalismo onirico che i discendenti di Penelope stanno tessendo ormai da lunghi anni, forse qualcos’altro.
Ma voi non distraetevi: una mattina potremmo svegliarci, aprire il giornale (con la minuscola e non) e scoprire che anche i leghisti rubano, fanno collezione di auto blu e hanno case in paradisi fiscali, chissà.

Il manganello, o metodo Boffo come è ora conosciuto, potrebbe smettere di colpire gli appartamenti di Montecarlo e cominciare a colpire la storia delle quote latte e della banca leghista

sabato, settembre 04, 2010

La politica del fare (?)

Dopo poco piu' di un mese, Silvio Berlusconi, nuovamente incalzato dal Capo dello Stato, ma anche dagli industriali, risponde al Colle e agli imprenditori annunciando l'imminente nomina del successore di Claudio Scajola. Ed esattamente come a fine luglio, in pole position per diventare ministro dello Sviluppo Economico c'e' Paolo Romani.
fonte ANSA

Ogni tanto quando discuto con i miei amici che votano a destra, che non è una malattia come qualche invasato di sinistra pensa in rete, tento di spiegare perché adesso è meglio che Berlusconi perda il potere.
La notizia che ho citato sopra è uno degli esempi delle motivazioni per cui sarebbe il caso che il centrodestra avesse un nuovo leader. La sostituzione di un ministro importante come quello dello Sviluppo Economico era stata posticipata perché avrebbe cambiato gli equilibri di potere del governo/maggioranza, specialmente adesso che la minoranza finiana era inquieta.
Il vero problema ed unico pensiero di SB in questo momento è evidentemente la sua situazione giudiziaria, con tutta una serie di processi che stanno arrivando alla conclusione (quello Mills) soprattutto e la necessità di avere uno scudo legale da usare, che sia processo breve o legittimi impedimenti.
Solo che il paese ha altre priorità, visto che siamo nel mezzo del guado per uscire dalla recessione, più per merito della Germania che nostro, con le relazioni fra sindacato e confindustria che devono trovare nuovi accordi, come dimostra il caso Fiat.
Figure come un ministro dedicato a questi temi e anche il presidente della Consob, per un controllo più attento delle principali società italiane, sono quindi indispensabili per aiutare il travaglio del paese verso una nuova identità industriale: accorpamenti di pmi, etc.

Figure che non sono state sostituite sia perché non considerate "importanti" da chi è al governo adesso sia perché usate come esca per ottenere defenzioni da parte dei sostenitori di Fini e/o attirare i parlamentari di Casini. Tentativo che sembra al momento mal riuscito.

Casi come questo mostrano una cosa: attualmente gli interessi di SB divergono da quelli nazionali, mentre c'era un tempo in cui potevano avere dei punti di contatto.
E SB si era sempre proposto come antitetico alla politica "romana" della mediazione e del temporeggiare, perché lui doveva essere per la politica del fare.
Forse intendeva fare come gli altri.

PS Aspettiamo a vedere se per il presidente Consob impiegheranno lo stesso tempo per sostituirlo