giovedì, settembre 23, 2010

Ristoranti ed il web

Questo post nasce dalla lettura del post odierno di minimarketing che ha buttato giù un decalogo* sui ristoranti, specialmente esteri, ed il web.
Mi pareva carino commentarlo, perché in molte cose mi trovo d'accordo.

1. Ok, anche voi date il contorno triste con tre foglie di insalata che magari costa quattro euro? Siete patetici. Se all’estero mi fanno un piatto unico con cui ci si può saziare a dieci euro, potete farlo anche voi. E il coperto è ridicolo, è davvero ora di eliminarlo.
Qui non c'è nulla da aggiungere, se non che l'uso del coperto serve ad aumentare in maniera esagerata i prezzi di un ristorante senza pretese.
2. Piantatela con questi siti che vorrebbero essere di impatto ed emozionali in Flash, servono solo per accontentare il vostro ego e quello dell’artista frustrato che vive nel Flash designer. Il 90% dei clienti vi visita di fretta, molti dal cellulare, e semplicemente cerca il vostro numero di telefono, il giorno di chiusura e l’indirizzo. (...)L’unica emozione che potete trasmettere è attraverso i vostri piatti e la vostra cucina: della vostra wow-animazione-wow di primi piatti che sfuma sui secondi non ce ne frega nulla.
Vero, il sito serve solo da vetrina e le informazioni da reperire sono quelle, forse giusto un idea dei menu se li variate per stagione o avete specialità che vi rendono famosi. Di certo la sobrietà è il miglior biglietto da visita, anche se l'artista frustrato molto spesso è il committente del sito più che il designer.
3. E mettete le indicazioni per raggiungervi, santo cielo! E’ l’unica cosa (oltre al punto 4) di cui ci frega qualcosa: un link a Google Maps, preferibilmente. Evitate di fare voi mappe con Photoshop, il vostro artisticume nel fare cartine geografiche è controproducente.
Altro punto banale, ma necessario se volete che la gente venga da voi. Aggiungerei anche un indicazione sui parcheggi o sui mezzi pubblici, nel caso i ristoranti siano in città; non è bello scoprire di dover pagare più di multe per parcheggi vietati o zone a traffico limitato che di conto.

4. Linkate dal vostro sito al vostro profilo (se non ce l’avete, fatelo o controllatelo) sui vari network di recensioni e incentivate a scriverne di nuove. Parlo di 2spaghi e altri sul genere che fareste bene a conoscere quanto prima. E’ l’unico modo con cui si sceglie un ristorante nel 2010, oltre a chiederlo ai propri amici, e non certo leggendo il vostro autoincensamento su quanto siete bravi a cucinare.
Qui invece credo che Gluca prenda un abbaglio: il passaparola è il volano migliore, solo dopo che una persona mi parla di un ristorante vado a cercare informazioni su google o un altro motore di ricerca.
Al massimo likerei solo le recensioni su blog gastronomici, sempre se ne avete, che possono essere molto più interessanti di "si mangia bene spendendo il giusto by gino87".


5. regalate un po’ di social gift ai vostri clienti, risparmiando invece i soldi per un esperto di social media: un caffè a chi vi twitta, un dolce a chi è vostro fan su Facebook, remunerate il vostro sindaco su Foursquare (vedi) con un piatto gratis. Se non avete capito di cosa sto parlando, fate copia-incolla del punto 5 in un cartello e mettetelo alla cassa: capiranno loro.
I disagree; ha senso farlo solo se punti ad una clientela straniera che ha più dimestichezza con i social network, in Italia il pubblico è troppo ristretto per avere un risultato accettabile. Oltretutto uno straniero sarà più contento di far sapere agli amici che sta prendendo un aperitivo in una zona bellissima dell'Italia rispetto a quello che prende l'aperitivo a 100 metri da casa giusto per informare gli amici dov'è.
Unica eccezione che può valer la pena è se siete fuori Milano ed avete una clientela milanese, qui il fighettismo da socialnetwork può funzionare.

6. Il Wi-Fi: o lo mettete gratis, o risparmiatevi lo sbattimento di farlo sapere che c’è con quel altisonante Wi-Fi Zone. Le aziende che vogliono fornirvi “chiavi in mano” servizi Wi-Fi da far pagare ai clienti, alla fine sono le uniche a guadagnarci. Voi non venderete nemmeno un minuto di connessione, e i clienti si incazzeranno con voi dopo aver sperato che fosse gratis.
Qui il problema è il solito: la legge italiana obbliga ad identificare i log con tutti i vari annessi e connessi, non a caso è molto più facile per un albergo identificare un cliente con una password predefinita. Tuttavia catene come McDonalds o anche città come Jesolo riescono ad offrire un sistema di registrazione gratuito, c'è dunque un sistema per farcela.

7. Se poi pensate che il Wi-Fi gratis non farebbe sloggiare rapidamente i clienti, che il baratto tweet con il caffè non è conveniente, che quelli che scrivono male di voi nei social network sono i vostri concorrenti, be’, forse è meglio che vendiate la baracca finché siete in tempo.
Beh una conclusione brutale, forse legata al suo lavoro. Credo che ci saranno sempre lavori dove la qualità del lavoro pagherà anche più di una campagna di marketing perché saranno gli stessi clienti a farti da pr gratuitamente.


* in realtà i punti sono solo sette, ma parlare di decalogo fa cool.

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