Due giorni due chiamate dall'Italia.
La prima del mio capo, che si informa come sto, se ho bisogno di qualcosa di farlo sapere senza problemi.
Mi ringrazia per lo sforzo per la trasferta, anche i vertici dell'azienda sono contenti ( eh come no in Texas stanno ancora ringraziandomi...), ecc, ecc.
Molto in stile torna qua, che l'Italia è bella, mentre l'Inghilterra è fredda e piovosa.
Altra telefonata di un collega dimissionario, che mi ragguaglia sul numero di morti raggiunto, che non sembra arrestarsi.
Oltretutto ci sono sicuramente altri che stanno cercando un'alternativa, dunque a breve la ristrutturazione sarà completata.
Io ho fatto a suo tempo una previsione di come andrà la ristrutturazione, per certi versi la mia situazione potrebbe migliorare, ma c'è sempre un ma...
Avevo lasciato l'Italia con nuvole che si avvicinavano, ma con un gruppo di lavoro molto affiatato e con rapporti molto buoni dal punto di vista umano ed ora rischio di rientrare in un'ambiente in cui alcuni se ne sono andati, altri sono con la valigia in mano.
Pensare che la responsabile delle risorse quando mi assunse, oltre ad un'offerta economica, mi elogiò il gruppo di lavoro, come se fosse un piacere lavorare li dentro.
E per certi versi lo era.
In realtà molti ci sentivamo di passaggio, ma stavamo bene assieme.
Nel frattempo si aggiorna il cv
1 commento:
Una vita in trasferta la tua Jak?
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