Alla sera
Forse perché della fatal quïete
tu sei l'imago a me sì cara vieni
o Sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,
e quando dal nevoso aere inquiete
tenebre e lunghe all'universo meni
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
quello spirto guerrier ch'entro mi rugge
In questo periodo come milioni di Italiani la visita alle tombe dei parenti è una prassi.
Come ogni volta non posso fare a meno di pensare alle mie origini e alle mie radici, come figlio di immigrati del sud non so mai come definirmi.
Ho conosciuto molti nella mia condizione, c'è chi si definisce del nord pur parlando il dialetto dei genitori, chi invece si dichiara del sud, pur avendo poco di meridionale.
Altro aspetto che mi fa sempre riflettere è la presenza all'interno del cimitero, del monumento dei caduti austroungarici della grande guerra. Gente che è morta per servire il proprio paese, in una guerra in cui probabilmente non credevano, e sono stati abbandonati da morti ai loro nemici.
Riposano in un angolo, ignorati dai più, ma in una zona pulita da erbacce e da sporcizia, in modo che il loro sacrificio pur inutile non è deriso dai vincitori.
2 commenti:
Che bello,però, aprire stamattina e trovare questa poesia, qui, ed è quasi una musica, no?
Mi fa piacere che l'apprezzi, è una delle poesie che mi piace di più.
Jak
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