Come sabato scorso, decido di usare la scusa di comprare il giornale per andare a passeggiare in spiaggia.
Il sole è più pallido, dove l'ombra vince si sente il morso del freddo.
L'aria è tersa, si riesce a vedere il profilo di quella che un tempo era la Yugoslavia, il profilo dell'Istria.
Stephen King in uno dei suoi racconti più belli, almeno per me, descrive la fine del mondo come una spiaggia deserta in cui il protagonista chiude gli occhi per rivedere la spiaggia piena di gente in estate e come per magia riesce a sentire i rumori delle risate dei villeggianti.
A volte faccio lo stesso anch'io.
Scrivere ascoltando i Sigur Ros mi rende malinconico, il prossimo post lo faccio con i Metallica.
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