martedì, giugno 08, 2010

Fabbrica Italia

Con questo nome altisonante la FIAT ha chiamato il progetto di rilancio delle fabbriche italiane, anche in base alla richiesta del governo italiano.


Progetto che si basa su una logica molto stringente: le auto vendute dalla Fiat in Italia sono più di quelle prodotte, ergo il mercato italiano finanzia le fabbriche estere, principalmente Polonia e fabbriche serbe. Dietro questo rilancio, non detto ma intuito c'è anche il prossimo giro di sovvenzioni alle vendite.


Da azienda che deve produrre profitti, la Fiat ha quindi deciso di aumentare la produzione di autoveicoli, ma migliorando la produttività. Miglioramenti produttivi che sono diventati in pratica la chiusura di Termini Imerese e un adeguamento di Pomigliano.


Adeguamenti non solo degli impianti, ma anche del contratto di lavoro, visto che a quanto pare la Fiat richiede ben 6 modifiche/deroghe al CCNL dei metalmeccanici.



Per procedere nella ristrutturazione, che richiede un investimento di circa 700 milioni, la Fiat chiede una modifica sostanziale del modello organizzativo e delle condizioni di lavoro dello stabilimento, a partire da orari e turnazioni. Organizzato attualmente su due turni giornalieri per cinque giorni settimanali, Pomigliano dovrebbe passare a 18 turni settimanali: tre turni giornalieri per sei giorni compreso il sabato notte. Lo scoglio del sabato notte, che aveva irrigidito le prime reazioni al progetto, è stato superato nella lunga trattativa dei mesi scorsi con una intesa che prevede l'utilizzo di permessi e volontari. Restano ancora aperti alcuni aspetti sull'organizzazione del lavoro (a partire dalle pause), come gli scogli della "esigibilità e della repressione dell'assenteismo anomalo". Si tratta di aspetti che impattano direttamente con le regole stabilite dall'attuale contratto di lavoro e delle norme legislative, da cui la Fiat chiede con questo accordo di derogare.


fonte Corriere




Ora a tutti sembra assurdo, specie leggendo articoli come quello che ho linkato, perdere o rischiare il lavoro per solo 6 deroghe. Non sono d'accordo.


Il mio primo contratto di lavoro, fu negoziato dai sindacati interni che diedero il loro benestare a 3 deroghe all'allora contratto nazionale. Un anno e mezzo dopo quelle deroghe entrarono nella piattaforma nazionale da parte di Federmeccanica, per poi farne diventare un paio definitive. La mia vecchia azienda aveva forti rapporti con l'Assolombarda, da cui penso abbia preso e scambiato molte informazioni.


Conclusione, sempre la stessa, le deroghe da temporanee rischiano di diventare definitive, i sindacati trattano sapendo che tutto ciò che concederanno adesso, molto presto saranno costretti a concederlo in tutti gli stabilimenti del gruppo.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che piacere rileggerti, Jakala. Bentornato! Ti faccio osservare una cosa: spesso si ritiene, a priori, che una richiesta aziendale sia sbagliata. Ci siamo chiesti o meglio, è stato chiesto, quanti operai sarebbero ben lieti di fare il turno di sabato notte? Come ben sai, quando si parla di aziende con migliaia di operai si devono mettere in atto ragionamenti diversi da quelli fatti per aziende con dieci operai. E' molto probabile che, sui grandi numeri, ci sia una fetta di persone che, per motivi personali, gradirebbe lavorare la notte del sabato ed essere a casa quella del..che ne so...del Mercoledì. Magari perché anche la moglie lavora a turni in un'azienda con contratto diverso, dove non è mai prevista chiusura (e sai bene che queste aziende sono tante. Giusto due esempi: aziende ospedaliere, alcune aziende di servizi, fornaci, ecc.ecc.). Non so se capisci cosa intendo dire: talvolta ci si fa tanti problemi e ci si dimentica di chiedere ai diretti interessati. Ciao. R

Jakala ha detto...

Capisco benissimo cosa intendi, una azienda non è a priori cattiva o buona.
Da quel che si capisce, il problema non sono i turni, ma le deroghe tra le quali la perdita del diritto allo sciopero in caso di straordinari obbligatori(!!) o la possibilità di non retribuire certe assenze (nel metalmeccanico per assenze fino a 3 giorni non occorre certificato medico).
L'informazione che arriva non è neutrale: la Fiat è sia nel patto di sindacato di RCS, sia proprietaria diretta della Stampa, sia influente membro di Confindunstria.