giovedì, giugno 24, 2010

Questioni di priorità /2

In questo articolo il Post si chiedeva del mistero di Brancher promosso ministro malgrado la contrarietà degli ex-an e anche della Lega.
Concludeva con un
Secondo il Foglio – che attribuisce il giudizio alla Lega – la versione del “ministro per sfuggire al processo” è troppo riduttiva (lo è, in effetti: ma non è per questo meno efficace nelle mani dell’opposizione: Brancher è accusato di appropriazione indebita in relazione a soldi incassati da Giampiero Fiorani nell’ambito di uno stralcio dell’indagine sulla scalata di Bpl alla banca Antonveneta: il prossimo 26 giugno è fissata la data della ripresa del processo). I “pretoriani di Bossi” sarebbero convinti si sia trattato di una trappola per il loro capo, costruita per spuntargli le unghie.

Beh, mi sa che sbagliavano i leghisti. Almeno a giudicare dalla notizia recente:
La difesa del neoministro Aldo Brancher, accusato a Milano di appropriazione indebita nell’ambito di uno stralcio del procedimento sulla mancata scalata all’Antonveneta, ha depositato alla cancelleria dei giudici della quinta sezione penale, la richiesta di legittimo impedimento continuativo
fonteLaStampa

La promozione di Brancher a ministro era prioritaria rispetto a sostituire Scaiola, in fondo che bisogno c'è di un ministro alle attività produttive in Italia, visto che le stiamo tutte dismettendo all'estero.

Questioni di priorità /1

«Chiedo scusa alla Nazionale»: lo ha detto il leader della Lega Nord e ministro per le Riforme Umberto Bossi, a proposito delle parole pronunciate ieri sulla Nazionale di calcio.
La Stampa
Credo sia la prima volta che Bossi, o un leghista, si scusi per quello che ha fatto/dichiarato (vilipendio alla bandiera, all'inno).
Segno che ha scoperto che cosa unisce gli italiani veramente: il gioco del calcio.
Se poi la Padania si fa sbattere sempre fuori alle eliminatorie, non può pretendere l'interesse degli italiani.

martedì, giugno 15, 2010

Be independent

A Londra succedono cose strane, Murdoch decide di acquistare la controllata inglese che aveva quotato. La News Corp, la controllante opera infatti nel settore dell'editoria generalista, quindi risente della crisi della pubblicità, mentre BSkyB opera con abbonamenti, quindi con flussi di cassa continui e controllabili.
Tuttavia succede qualcosa di strano, gli amministratori indipendenti dicono che il prezzo non è giusto:

News Corp said it had first approached the board with the offer on Thursday and in the following days increased it from 675p to 700p a share, valuing the company at £12bn. But the BSkyB board, led by the private equity boss Nicholas Ferguson, is arguing that the company is worth substantially more, and has suggested a price of 800p. The weeks ahead will severely test the relationship between Murdoch and BSkyB's independent directors, who also include former Royal Mail boss Allan Leighton and Gail Rebuck, chief executive of the publisher Random House.
fonte Guardian

In altre parole gli amministratori indipendenti tentano di aumentare il prezzo dell'OPA in modo da soddisfare anche gli azionisti di minoranza, anche sapendo che questo costerà loro il posto in consiglio una volta che Murdoch acquisterà per una cifra maggiore di quello che aveva sperato la sua controllata.

In Italia non è così, basta pensare alla fusione fra Falck Renewebles e Actelios; cui il Sole24Ore ha dedicato un articolo su Plus su come una società in buone condizioni finanziarie venga fusa con una più indebitata e malgrado questo il concambio penalizza gli azionisti di minoranza, il tutto ovviamente con il voto favorevole degli "indipendenti".

O basta pensare a quello che scrivevo tempo fa su M&C, contesa da più OPA, ovviamente sempre con il voto di congruità del consiglio di amministrazione

martedì, giugno 08, 2010

Fabbrica Italia

Con questo nome altisonante la FIAT ha chiamato il progetto di rilancio delle fabbriche italiane, anche in base alla richiesta del governo italiano.


Progetto che si basa su una logica molto stringente: le auto vendute dalla Fiat in Italia sono più di quelle prodotte, ergo il mercato italiano finanzia le fabbriche estere, principalmente Polonia e fabbriche serbe. Dietro questo rilancio, non detto ma intuito c'è anche il prossimo giro di sovvenzioni alle vendite.


Da azienda che deve produrre profitti, la Fiat ha quindi deciso di aumentare la produzione di autoveicoli, ma migliorando la produttività. Miglioramenti produttivi che sono diventati in pratica la chiusura di Termini Imerese e un adeguamento di Pomigliano.


Adeguamenti non solo degli impianti, ma anche del contratto di lavoro, visto che a quanto pare la Fiat richiede ben 6 modifiche/deroghe al CCNL dei metalmeccanici.



Per procedere nella ristrutturazione, che richiede un investimento di circa 700 milioni, la Fiat chiede una modifica sostanziale del modello organizzativo e delle condizioni di lavoro dello stabilimento, a partire da orari e turnazioni. Organizzato attualmente su due turni giornalieri per cinque giorni settimanali, Pomigliano dovrebbe passare a 18 turni settimanali: tre turni giornalieri per sei giorni compreso il sabato notte. Lo scoglio del sabato notte, che aveva irrigidito le prime reazioni al progetto, è stato superato nella lunga trattativa dei mesi scorsi con una intesa che prevede l'utilizzo di permessi e volontari. Restano ancora aperti alcuni aspetti sull'organizzazione del lavoro (a partire dalle pause), come gli scogli della "esigibilità e della repressione dell'assenteismo anomalo". Si tratta di aspetti che impattano direttamente con le regole stabilite dall'attuale contratto di lavoro e delle norme legislative, da cui la Fiat chiede con questo accordo di derogare.


fonte Corriere




Ora a tutti sembra assurdo, specie leggendo articoli come quello che ho linkato, perdere o rischiare il lavoro per solo 6 deroghe. Non sono d'accordo.


Il mio primo contratto di lavoro, fu negoziato dai sindacati interni che diedero il loro benestare a 3 deroghe all'allora contratto nazionale. Un anno e mezzo dopo quelle deroghe entrarono nella piattaforma nazionale da parte di Federmeccanica, per poi farne diventare un paio definitive. La mia vecchia azienda aveva forti rapporti con l'Assolombarda, da cui penso abbia preso e scambiato molte informazioni.


Conclusione, sempre la stessa, le deroghe da temporanee rischiano di diventare definitive, i sindacati trattano sapendo che tutto ciò che concederanno adesso, molto presto saranno costretti a concederlo in tutti gli stabilimenti del gruppo.

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