lunedì, agosto 02, 2010

Under 30

Non è l'età delle ragazze che importuno è la quota di auto vendute dalla Fiat secondo i dati di luglio sulle automobili vendute. Su un mercato in contrazione (-26%) la quota di Fiat si riduce dal 33% di un anno fa.


Si possono osservare due fenomeni:

1. gli incentivi hanno svolto la loro funzione, anticipare il consumo di un bene (automobile) che altrimenti sarebbe stato differito nel tempo;
2. le auto Fiat sono le più premiate dagli incentivi e di conseguenza le più colpite, basta pensare solo agli incentivi per le auto a metano di cui solo il Lingotto era produttore.


Il che fa apparire più chiaro lo scenario sui cui Marchionne si sta muovendo, da una parte ha un mercato in crescita e fabbriche in cui ha ottenuto le condizioni di lavoro profittevoli (USA), dall'altra ha un mercato in contrazione e regole del gioco da stabilire volenti o nolenti. Questo perché dopo l'annuncio dello scorporo fra auto e il resto (Iveco, veicoli pesanti e militari) è ovvio che la Fiat Automobiles non può che fondersi con la rinata Chrysler per creare un gruppo italoamericano, con maggioranza americana. L'Italia malgrado tutto è ancora il maggior mercato di sbocco per la Fiat che non ha uguale fortuna nel resto dell'Europa, salvo sfruttare le fiammate degli incentivi in Germania per aumentare le sue quote di vendita.  Si vedano in proposito i dati europei (in particolare il file pdf con la quota del 8-9% attribuita al gruppo Fiat per le vendite in Europa).

I giornali stanno già facendo da megafono per la ripresa degli incentivi, bloccati dopo la decisione di chiudere Termini Imerese stabilimento posto in una regione che è un serbatoio di voti per l'attuale maggioranza.

Per l'intero 2010 il Centro Studi Promotor prevede che le immatricolazioni si attesteranno a quota 1.900.000 con una contrazione dell'11,8% sul 2009, che peserà sui bilanci del settore automobilistico, ma anche sul gettito fiscale. Si stima infatti che la fine degli incentivi determineranno un calo degli introiti dello Stato, per le imposte che a vario titolo colpiscono l'auto, di circa 2 miliardi. Una cifra - Osserva Promotor - di gran lunga superiore a quanto lo Stato dovrebbe stanziare per varare ecoincentivi che potrebbero ridare impulso alla domanda ed avere rilevanti effetti positivi sull'occupazione, sulla ripresa dell'economia e sull'ambiente.


dal Sole24Ore


Dubito che con i fronti aperti di Pomigliano e Mirafiori, entrambe le regioni guidate da un uomo della maggioranza, il gruppo Fiat possa ottenere qualcosa senza rivedere il suo piano di produzione.


Tuttavia lo scontro per la modifica del contratto dei metalmeccanici sia con la minaccia dell'uscita da Federmeccanica sia con il nuovo contratto fatto ad hoc per i lavoratori riassunti dalla nuova entità che gestirà gli ammodernamenti nello stabilimento napoletano si preannuncia molto aspro. Una modernizzazione del contratto, con regole e doveri, mai fatta finora anche per colpa della Federmeccanica, purtroppo da scrivere in un momento di crisi e quindi con il ricatto della perdita dei posti di lavoro.


Questo nell'assenza della politica sia da parte del governo/maggioranza che da oltre un mese non trova un sostituto per Scajola impelagato com'è nella sua lotta interna per il potere sia dalla minoranza di sinistra, che dopo aver elevato Marchionne a manager di riferimento per la rinascita dell'Italia si trova a non poter criticare apertamente le sue scelte.


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