giovedì, luglio 08, 2010

A slice of the moon

Verso la fine del concerto Eddie Vedder, salutandoci ha raccontato che tanti anni fa quando hanno iniziato la loro carriera musicale l'idea di suonare in Italia gli appariva come "andare sulla luna".
Concludeva, quindi, ringraziandoci tutti da the first to the last per avergli permesso di toccare la luna.

Ho provato a raccontare ad un paio di amici le mie impressioni sul concerto, ma è difficile da spiegare in genere mi rifugio su un "è stato bellissimo".
Ogni persona ha il suo personale legame con i testi, musiche e tematiche; personalmente a me piacciono per i loro testi amarognoli, per quel senso di inadeguatezza che tutti a volte sentono, per quel sentirsi a volte soli e senza nessuno con cui parlare come Jeremy.

Quel panino mangiato al volo prima che iniziasse a piovere, la cerata gialla indossata per proteggermi dalla pioggia, mentre scrutavo il cielo nell'attesa che si aprisse e lo spettacolo potesse continuare. Le due ore passate sopra la transenna in modo da vedere sia il palco sia il megaschermo..
Beh, è un prezzo ben speso per avere due ore in cui puoi gridare e cantare al mondo le tue inquetudini, la tua paura del futuro e che il futuro non sarà come lo desideravi.
Oggi posso dire di aver avuto anch'io la mia fetta di luna.
^_^

You don't have to stray
The oceans away
Waves roll in my thoughts
Hold tight the ring...
The sea will rise...
Please stand by the shore...
Oh, oh, oh, I will be...
I will be there once more...

1 commento:

mumucs ha detto...

:) me felice. per me e per te. e per le nostre inquietudini, che per una sera hanno avuto una voce