lunedì, marzo 26, 2012

Sostiene Pereira

Doveva essere Pasqua, quando ci incontravamo con i cugini e ci scambiavamo doni. A me toccò il libro di Tabucchi, d'altronde ero un forte lettore e quel libro era stato appena premiato a non so quale premio letterario.
Di Tabucchi non saprei che ricordare la quarta di copertina, descritto come il traduttore italiano di Pessoa; ora grazie a tutti i coccodrilli dei giornali potrei dire di saperne di più, ma mentirei.
Su raitre sta andando in onda il film tratto dal libro, ma preferisco non vederlo e immaginarmi Pereira così come me lo sono immaginato alla prima lettura.
Non è stato amore a prima vista con quel libro, il ritmo era lentissimo scandito dal quel incedere di "sostiene Pereira" e "Pereira sostiene". Arrivai quasi a metà libro sbuffando, mi diedi altre 10 pagine prima di mollarlo e.. tutto cambiò.
La ribellione di Pereira alle ingiustizie era quella dell'uomo qualunque, che lottava con i pochi mezzi che aveva a disposizione.
Penso che se adesso provassi a rileggerlo troverei molti sottotesti alle vicende portoghesi e forse dovrei farlo.


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