lunedì, ottobre 26, 2009
10 anni
10 anni in cui è successo un po' di tutto, mi sono laureato, ho iniziato a lavorare e mi sono trasferito nella tua città.
Mi ricordo ancora di come ne parlavi, tutto fiero. La città che da a tutti una possibilità.
Questa domenica sono stato alla galleria, mentre vedevo la fila di giapponesi che faceva il giro sugli attributi del toro e si faceva riprendere, ripensavo alle spiegazioni che mi avevi dato sui quattro simboli.
Guardali sono i simboli delle quattro capitali d'Italia, Torino, Firenze, Roma e la capitale economica. Indicavi con un sorriso il fatto che il simbolo di Milano era più grande, quasi a compensarla di non esser stata mai proclamata ufficialmente.
Prendendo il Corriere mi raccontavi di come avessi imparato a leggere sui fondi di Montanelli a 30 anni, perché avevi dovuto abbandonare la scuola per mantenere la famiglia. Ci tenevi che studiassimo, perché avevi provato cosa significava esser analfabeti.
10 anni sono passati.
martedì, ottobre 20, 2009
L'insostenibile leggerezza del posto fisso
Il tormentone del posto fisso è ricominciato ad affacciarsi nei discorsi di molti, grazie al ministro dell'economia, che ha riscoperto le sue radici socialiste.
Quando ero studente, sin dai tempi del liceo il mantra "i nostri/vostri figli dovranno abituarsi a cambiare più posti di lavoro durante la loro vita" era predominante.
Anche perché sanciva l'inizio della trasformazione dell'Italia da società industriale/manifatturiera a società di servizi.
Le grandi aziende che ti assumevano per farti crescere, man mano di ruolo stavano scomparendo per lasciar spazio ad aziende più piccole, con meno posti interessanti e con maggior bisogno di know how personale.
La flessibilità dunque nasce sia dal fatto che una persona qualificata non ha molte possibilità di crescere, a causa della dimensione dell'azienda, sia dal fatto che aziende più piccole hanno meno possibilità di sopportare una persona che ruba lo stipendio.
Non a caso nei momenti di crisi le aziende multinazionali approfittano del momento per fare un repulisti interno.
Tuttavia da un ministro io non mi aspetto un elogio dei bei vecchi tempi che furono, per quello andavo dal mio barbiere.
Da una persona che ha il potere e che influente sul governo e sul parlamento, mi aspetterei un piano programmatico per modificare lo stato sociale, imperniato sul posto fisso, in uno che tenti di adattarsi alla flessibilità del mondo moderno. Nei paesi del nord ha prevalso un modello chiamato flex-security, in cui si da la possibilità ad una persona di poter godere di alcuni diritti anche con un lavoro precario, penso ad un'indennità di disoccupazione insieme a dei corsi di riqualificamento.
Penso alla possibilità di scalare alcune spese se si è perso il lavoro per una ristrutturazione aziendale.
Eppure questo non sembra sfiorare la mente di chi deve decidere, è evidente che sono troppo vecchi ed ancorati al vecchio modo di pensare; un esempio del quale è l'atteggiamento dei sindacati invece di lanciare una sfida al governo per dare anche a chi ha un lavoro flessibile la sicurezza di fare un piano di vita, pensano ad modificare con un colpo di decreto tutti i lavori in posti fissi.
Come se la crisi globale fosse possibile bloccarla con un decreto legge.
A questo punto perché non bloccare la forza di gravità sempre con lo stesso decreto?
lunedì, ottobre 19, 2009
Un giorno in più..
Io invece me ne resto a poltrire a letto, assecondando i voleri della responsabile del personale mi sono preso un giorno di ferie, senza però essermi programmato qualche attività.
La giornata mia accoglie con un pallido sole, che condivide con me la strada che calpesto.
Passo a salutare il mare, il mio vecchio amico, la cui mancanza è una delle ragioni per cui non sento Milano casa mia. Si fanno le 10, decido di prendermi un caffè; entro in un bar e la folla che incontro mi fa riflettere sulla diversità fra la vita di provincia e quella di città, con i diversi ritmi.
Esco, per godermi ancora qualche raggio di sole, prima di tornare in terra straniera.
mercoledì, ottobre 14, 2009
Also for the money
Ora, siccome siamo italiani, quindi tendenzialmente ipocriti, la questione monetaria deve rimanere nell'angolo, i motivi ammissibili sono solo quelli professionali (voglia di crescere, ecc) o ambientali (voglia di spostarsi di azienda o di città).
Negli USA parlare di soldi invece non è affatto disdicevole, anzi è una cosa normale, che fa parte della vita quotidiana.
Onestamente, pur piacendomi quello che faccio, io lavoro perché sono pagato. I soldi non sono l'unica motivazione. Ho una laurea presa con sacrifici, quindi ho voglia di metterla a frutto e proseguire la mia carriera professionale usandola, ma questo non vuol dire che la questione economica sia una delle ultime ad esser analizzata, specialmente di questi tempi in cui il tuo stipendio da un'idea di quanto vali per l'azienda.
Tra le ragioni per il motivo del cambiamento, oltre le classiche, ho messo di conseguenza la voglia di migliorarmi economicamente
domenica, ottobre 11, 2009
Same tram, different worlds
venerdì, ottobre 09, 2009
costo della vita
giovedì, ottobre 08, 2009
Egalitè
Prima si aveva un sistema di caste sociali, a cui si accedeva per natura ereditaria o al limite per matrimonio.
Essere nobile significa aver più diritti rispetto ad un plebeo o anche rispetto ad un ricco borghese.
Sostenere quindi che un gruppo ristretto di persone, solo perché elette ad una carica prestigiosa godono di privilegi rispetto alla persona comune era antistorico, non sorprende quindi la sentenza della Corte Costituzionale, lo avrebbe capito anche un bambino che tale lodo non avrebbe potuto reggere.
“la legge è uguale per tutti ma non la sua applicazione”.
Probabilmente questa frase è vera, gli errori giudiziari accadono e le sentenze possono essere ribaltate nei tre gradi di giudizio, ma la soluzione non sta nel creare una differente giustizia con differenti diritti.
venerdì, ottobre 02, 2009
Pausa Pranzo
giovedì, ottobre 01, 2009
La TV e la realtà
Non la guardo non perché io sia l'ennesimo pasdaran della destra, ma perché semplicemente ritengo che gli argomenti che tratterà, saranno per l'ennesima volta alieni alla mia e penso a quella di tanti realtà.
Leggiuchiando qua e là una conversazione su FriendFeed si sottolineava che su AnnoZero andrà in onda la famosa escort di PapiSilvio, sottolineando che siamo l'ultimo paese che la vede in tv (anche se mi risulta che nessuna trasmissione di interesse politico l'abbia intervistata, ma solo quelle le trasmissioni di intrattenimento).
E speravano che la sua visione aprisse gli occhi a molti italiani.
Confesso che sono intervenuto, sottolineando che molti italiani sono più interessati alla realtà economica e alla questione crisi che a sapere le prestazioni sessuali del presidente del consiglio.
Che la gente sa già che mente, quando dice che la crisi è passata.
Che la maggior parte delle persone il lunedì lo passavano a discutere della richiesta di CIG in bacheca.
Che lo passavano a discutere di quanti fra fornitori e clienti erano in crisi.
Che lo passavano chiedendo ai commerciali, un tempo rogna da sopportare, se avevano raggiunto i budget di vendita per il mese.
Ed in tutto questa situazione di crisi, spicca l'assordante silenzio dell'opposizione.
Spicca l'assordante silenzio di proposte, di indagini sui Tremonti Bond se servono alle banche a salvare gli amici degli amici (Carlo Tassara, Ipi, Risanamento) o andranno ad aumentare i fidi delle aziende.
Sullo scudo fiscale abbiamo sentito di tutto, ma a farlo passare sono state le "assenze" sui banchi dell'opposizione.
Quindi è inutile dire che gli italiani apriranno gli occhi su Papi, perché tanto non avrebbero molto da guardare.
PS Santoro si era fatto eleggere a Strasburgo come deputato, aveva avuto l'occasione di lavorare per migliorare le condizioni non solo di noi italiani, ma anche degli europei. Malgrado sia vituperata, parecchie direttive europee ci stanno migliorando la vita.
Ma lui ha scelto di abbandonare un impegno concreto per 5 minuti nello spettacolo di Celentano.