L'assemblea della Fiat ha dato il via libera a maggioranza alla scissione del gruppo in due distinte società: da una parte ci sarà Fiat con il core business dell'auto (Fiat Group Automobiles, Ferrari, Maserati, Magneti Marelli, Teksid, Comau più la parte di Fiat Power Train che riguarda l'auto); dall'altra la nuova Fiat Industrial con CNH e Iveco (macchine agricole e industriali) più la parte di Power Train che si occupa dei veicoli industriali e marini. «È un'assemblea storica - ha dichiarato il presidente del Lingotto, John Elkann, chiudendo i lavori - voglio ringraziare tutte le persone che hanno lavorato perché tutto questo fosse possibile. Siamo molto orgogliosi di queste due realtà che sono forti e hanno ambizioni importanti».fonte: CorrieredellaSera
Con queste brevi frasi si chiude la parabola dell'ultima dinastia regnante in Italia, dopo i Savoia, gli Agnelli.
E non è un caso che a chiuderla sia uno che porta un cognome diverso Elkann.
Gli eredi della dinastia hanno separato le loro fortune dall'azienda/conglomerato che adesso divisa in due potrà esser smembrata lentamente.
La Fiat Auto destinata alla fusione con Chrysler entrerà nell'orbita americana, già le ricerche sulle auto ecologiche è stato spostato oltreoceano.
Fiat Industrial invece è un conglomerato con diversi settori che possono fondersi con altre aziende (mi viene in mente Volvo per i trucks).
Con i ricavi delle vendite l'Exor, cassaforte degli eredi potrà dedicarsi alla finanza (Banca Leonardo, Vision Investiment, ecc), immobiliare (Cushman&Wakefield, Almacandar, ecc) e come holding di investimenti.
Tuttavia simbolicamente cade anche il legame fra Italia e Fiat, permettendo una diversa politica industriale italiana che non sia solo autocentrica.
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